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Spettacolo / convenzione biglietti con Mujeres nel Teatro

dal 20 al 23 gennaio ore 21; domenica ore 17
Biglietti ridottissimi per le Mujeres nel Teatro
(bar aperto per aperitivo dalle 19.00)

c/o Teatro Lo Spazio Via Locri 43, Roma
informazioni e prenotazioni 339 775 9351 / 06 77204149 | info@teatrolospazio.it

IO NON SONO GRANTURCO” di Antonio Mocciola
regia Giorgia Filanti
Con Serena Borelli e David Marzi
Sound designer Fefo Forconi
Light designer Fabio Settimi
Aiutoregia Davide Mario Lopresti
Foto di scena Marco Lausi
Produzione Ka.st di Caterina Guida

IO NON SONO GRANTURCO Quando l’America sospese la democrazia

Nell’anno che ha cambiato la storia del mondo, il 2001, si svolge il dramma di Hassan Shafei, 30 anni, che finisce nel mirino dell’FBI per sospetto collaborazionismo con Al – Qaeda dopo le stragi dell’11 settembre, e – come tanti colpevoli, ma anche altrettanti innocenti – finirà nel carcere “preventivo” di Guantanamo in attesa di un processo che non arriverà mai. Sperimenterà le torture degradanti per “cavare” la verità, non diversamente da quelle che subivano le streghe nel ‘600, o gli eretici, o tutti i soggetti scomodi o pericolosi, o solo sospettati. Nella prima parte Hassan, mauritano, residente in America da un anno, subisce un interrogatorio ficcante e destabilizzante da parte di un’agente dell’Fbi, Gwenda Carter, una donna dura e cinica che ribalta il ruolo dei sessi con compiaciuto cinismo, mentre il ragazzo comincia a perdere le certezze di una legge giusta, essendogli negati avvocati e persino traduttori. Non avendo ottenuto risposte, visibilmente indispettita, l’agente lo ammanetta e gli impone delle cuffie auricolari, consegnandolo all’arresto preventivo. Nella seconda, ormai privato di tutto, dagli abiti civili ai documenti, incatenato e con una cuffia alle orecchie che lo isola – ma che lo inonda anche di stordente musica alle orecchie come pervasiva tortura – racconterà frammenti del suo isolamento, e sprazzi della sua vita passata. Non poteva che essere una donna acuta – meglio, acuminata – come Giorgia Filanti a dirigere questo mio tentativo di raccontare il disagio, lo sgomento, lo sperdimento di un uomo reso fragile dalle circostanze di fronte ad un altro essere, che perde – ma solo a intermittenza – l’elemento umano. In un’angosciante altalena di speranze e terrore, si perde il senso di una giustizia giusta, e saltano tutti gli equilibri, a cominciare – perchè no – da quelli sessuali, in cui l’estremo pudore mediorentiale si scontra frontalmente con il disinibito cinismo occidentale. Nei postumi dell’11 Settembre 2001, come conseguenza dell’aumentare del livello di minaccia alla sicurezza nazionale, più di 700 individui furono detenuti con il sospetto di attività terroristiche. 515 erano stranieri ed in seguito deportati 4 erano cittadini americani A tutti è stato negato un giusto processo.

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